Ho sempre pensato a come dare preciso carattere stilistico alle mie fotografie. Un linguaggio riconoscibile
e una poetica strutturata e che nello stesso tempo fosse in evoluzione; una fotografia a cui affidare anche
il mio personale divenire.
Ho sperimentato diversi modi e tecniche. Le fotografie di Milano caratterizzate dalla dinamicità della città
(New Milan City). La città vista come luogo dove domina il consumismo ed ancora l’oggetto quale luogo della
ricerca artistica intorno all’uomo, la società e l’ambiente (Light and Night) .
Sentivo che dovevo allontanarmi dalla fotografia per poi ritornarvi. Ma in che modo? Ed ecco i primi
esperimenti intorno all’idea di fondere la fotografia con la pittura: il colore pittorico avrebbe potuto
definire il mio stato d’animo e avrebbe potuto dare alla foto l’originalità che cercavo. Nascono così le
prime stampe con gocce di tempera tese a simulare una fecondazione tra le due tecniche artistiche. Ma non
bastava: volevo che il risultato finale fosse una fotografia. Con gli accorgimenti tecnici che mi sono
sembrati più idonei ho fotografato la stampa dipinta e sono arrivato ad un risultato finale di fotografia
che si fonde con la pittura. Un linguaggio nuovo definito “Pattern Of Media” .
Nessuna tecnica predomina. Se la foto definisce un frammento di realtà, la pittura esalta e definisce il significato.
Ho insistito per parecchi anni su questa strada e solo recentemente ho avvertito la necessità di un
cambiamento. Con le “Trasfigurazioni” di oggi la fusione tra fotografia e pittura, che rimarrà presente nel
mio divenire artistico, si accompagna ad una fotografia pura senza aggiunte materiche o software votati a
produrre elaborazioni, tuttavia si nota che la macchina fotografica è stata utilizzata come un pennello.
Massimo Motta è nato nel 1952 a Milano, dove vive e lavora. Si
è laureato in biologia all’Università di Milano. Ha utilizzato inizialmente la fotografia in ambito
scientifico con un iniziale interesse per l’arte. E a poco a poco ha finito per focalizzare la sua
attenzione direttamente sull’arte e precisamente sul linguaggio della fotografia. Lo ha fatto andando
costantemente e rigorosamente oltre l’effetto estetico, ispirato da un’inquietudine della composizione e
dall’uso di relazioni critiche all’interno delle vicende della tecnica, della tecnologia e della storia
della fotografia. È uno dei pochi artisti fotografici che coinvolge la pittura nella disciplina; un
processo sperimentale in cui gocce di tempera e tracce di figura umana si incontrano a simulare una
fecondazione. Motta va oltre e fotografa la stampa dipinta creando una composizione dove pittura e foto si
fondono Nasce “Pattern Of Media” . Seguono varie opere e vale la pena ricordare tra le prime
“On This Side of Time”. Ha recentemente sviluppato una nuova serie intitolata “Trasfigurazioni” basata sull’interesse
per una fotografia pura senza aggiunte materiche e l’utilizzo di software di fotoritocco.